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SAM JONES   di MarcUs   |   Pubblicato il 10/01/2023
Sam Jones #24 

 
Il tiro di Sam Jones era considerato perfetto. Ma questa storia parte da un poco più lontano.
 
Una domenica mattina del marzo 1944, la maggior parte degli abitanti di Durham, nella Carolina del Nord, era in chiesa. Questo era proprio quello che sperava il coach John B. McLendon per quelle due ore in cui la sua squadra di college tutta nera della North Carolina Central University (allora North Carolina College for Negroes) ha affrontato una squadra tutta bianca della facoltà di medicina della Duke University.
 
La storia di McLendon e di questa storica partita è l'argomento del libro dello storico Scott Ellsworth , " The Secret Game: A Basketball Story in Black and White " .
Ellsworth aveva scoperto la vicenda quando aveva incontrato l'allenatore McLendon durante le ricerche per un libro sulla stagione NCAA 1957 e le sue mitiche Final Four (che furono quelle in cui Wilt Chamberlain e la sua Kansas University furono sconfitti al terzo tempo supplementare della finale nazionale da NCU con due liberi allo scadere).
Nel 1957 gli Eagles della North Carolina Central erano arrivati alle finali regionali, MCLendon non li allenava più. Ma c'era tanto di lui anche in quel grande risultato.
Alla fine dei conti, tutta la stagione 1957 e quelle Final four parvero niente a Ellsworth in confronto alla scoperta di quella storica partita del marzo del 1944 e di quello che ne seguì.
 
"John McLendon è stato un genio", ha scritto Ellsworth. "Le squadre di basket dei college a cavallo della seconda guerra mondiale segnavano forse 50 punti a partita; la sua squadra ne segnava 70, 80. In una partita avevano battuto la quotata St. Augustine's 119-26".
Secondo la storia di Ellsworth e le testimonianze, McLendon avrebbe "inventato" il contropiede, usava il pressing a tutto campo prima di chiunque altro e faceva eseguire esercizi atletici (e specifici di corsa) ai suoi giocatori come parte integrante del loro allenamento almeno un decennio prima che diventasse una pratica comune. Di conseguenza, i North Carolina College Eagles sono diventati la squadra di college basket con il punteggio più alto e gli scarti più cospicui.
Ma poiché erano neri, non potevano giocare in molti tornei universitari, compreso il torneo NCAA. Ciò significava che la maggior parte dell'America non sapeva cosa stesse facendo McLendon in campo ma chi lo venne a sapere, e provò a confrontarsi, ne rimase impressionato. Per tutto il 1944, clandestinamente, le squadre di giocatori bianchi dello stato (compresi i Tar Heels di NCU) affronteranno, e saranno battute, dai ragazzi di McLendon.
 
"McLendon è la persona più importante nel basket di cui nessuno abbia mai sentito parlare".
Così scrive Ellsworth!
Nel 1951 coach McLendon ha allenato Sam Jones, un anno soltanto, il suo ultimo anno al North Carolina Central come coach coincide proprio con la stagione da freshman del nostro mitico Sam. Ma non è un caso.
McLendon adora quel ragazzo, perché quel ragazzo ha coraggio, corre, lotta e poi ha un tocco magico al tiro. “Guardate quale armonia il suo tiro, dai piedi e dalle caviglie, fino alle mani, si tende e si flette per tutte le dita” dice ai suoi assistenti. Lo ha portato lui sotto i colori degli Eagles di NCC.
Nato a Wilmington, North Carolina, il 24 giugno 1933, Jones fu scoperto da McLendon al liceo, al Laurinburg Institute, una scuola privata nera nel sud dello stato, perché all'epoca non c'era una scuola superiore per i neri a Wilmington. Anche sua madre aveva frequentato il Laurinburg, e fu compagna di classe del formidabile trombettista jazz Dizzy Gillespie.
L’anno sotto coach McLendon rimarrà fondamentale nella formazione di Jones che lasciò l'NCC nel 1954 per fare un periodo di due anni nell'esercito. Tornò poi per completare i suoi studi durante la stagione 1956-57, in un anno memorabile, arrivando alle finali regionali con coach Floyd Brown, che era stato uno dei giocatori di quella partita del marzo 1944 del libro di Ellsworth e poi in seguito fidato primo assistente di coach McLendon.
E il cerchio quasi si chiude.
 
Sam Jones fu selezionato dai Boston Celtics con il numero 8 al draft del 1957.
Lo hanno scovato grazie a Bones McKinney, che aveva giocato per Auerbach a Boston nel 1951-52, lo ha chiamato e gli ha detto "Red, c'è un ragazzo quaggiù che ha il tiro più dannato che abbia mai visto".
Tanto bastò! Red Auerbach ci aveva visto giusto anche a questo giro!
Jones era una forza inarrestabile, 195 cm per 90 chili, veloce, feroce come difensore, tiratore infallibile dalla media, compagno di squadra ideale e un vincente incomparabile. Era proprio ciò che i Celtics cercavano: altruista, lottatore sempre e una star quando la squadra ne aveva bisogno.
In 12 anni in NBA, tutti con la canotta numero 24 dei Celtics, vince 10 titoli, tanti riconoscimenti personali, diversi premi, ma soprattutto si guadagna la considerazione di chi gli è stato accanto in quegli anni. " Vorrei ringraziare Sam Jones per avermi reso un grande allenatore", disse Auerbach quando la formidabile guardia si è ufficialmente ritirata. "Nella settima partita di una serie di campionato, prenderò Sam al posto di qualsiasi giocatore che abbia mai camminato su un campo." disse Bill Russell
 
San Jones non ha mai avuto una media inferiore alla doppia cifra dopo la sua stagione da rookie. Ha migliorato la sua media di punti ogni anno per i suoi primi cinque anni, arrivando a 19,7 punti a partita nel 1962-63. A partire dalla stagione 1964-65, ha disputato cinque stagioni consecutive con una media di oltre 20 a partita, con un massimo di 25,9 punti a partita nella stagione 1964-65. Ha terminato la sua carriera con una media di 17,7 punti per oltre 15 mila punti.
In sette post-season consecutive (dal 1962 al 1968), ha segnato una media di oltre 20 punti a partita. Apparentemente senza mai una forzatura.
Il tiro di Sam Jones era considerato perfetto. Ma oltre al suo splendido tiro in sospensione, lui firma altri movimenti: fu il primo giocatore ad usare con continuità il tabellone e una delle pochissime guardie che abbiano saputo usare anche il gancio come soluzione.

Gustoso l'aneddoto riportato da "Tall Tales: The Glory Years of the NBA" in cui John Havlicek racconta un time out tra Auerbach e Sam Jones chiamato dopo che Jones non ha preso un tiro wide open.
" Red: Quei tiri devi prenderteli!
Sam: Adesso non tiro
Red : Perchè?
Sam: Non mi sento di tirare adesso
Red: Non è una risposta! Devi darmi una motivazione!
Sam: Non tiro mai quando sento i piedi freddi ..."
 
E ancora riecheggiano le parole di McLendon: “Guardate quale armonia il suo tiro, dai piedi e dalle caviglie, fino alle mani, si tende e si flette per tutte le dita”
 
E guardate le sue dita adesso: non c’è neanche un dito che non abbia infilato un anello.
 
Michael Jordan è certamente il più celebre dei giocatori nati a Wilmington, North Carolina, non tutti però ritengono che sia stato anche il più forte.
 
Viva Sam Jones, per sempre evviva.

 

SAM JONES   di MarcUs   |   Pubblicato il 10/01/2023
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