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Approfondimenti  »  Lieve flessione o vera crisi?


Lieve flessione o vera crisi?   di Deep e Francesco Sanna   |   Pubblicato il 01/01/2011

Sicuramente a qualcuno potrà sembrare prematuro la scrittura di queste righe, ma è giusto per tutti noi essere informati su quello che potrebbe essere un periodo un po' incerto per i nostri colori.

In questo momento, primo dell'anno, siamo al vertice della Eastern Conference (anche se di sola mezza partita) e occupiamo il secondo posto della lega dietro solo a San Antonio ed in coabitazione con Dallas.

Quindi perché preoccuparsi? Le nostre incertezze vengono da alcuni aspetti da non trascurare che vogliamo mettere in questo ordine:

  1. Situazione roster (infortuni);
  2. Storia recente delle ultime stagioni;
  3. Equilibri in campo;
  4. Fattore panico.

La situazione del nostro roster in questa prima parte della stagione è davvero molto delicata, con alcuni infortunati a lungo degenza come Perkins e West, altri malanni che ci tolgono giocatori per diverse partite come Garnett, Rondo, J.O'Neal ed altre seccature a completare il cerchio come per S.O'Neal, Erden e Bradley. Di fatto ad oggi solo 5 giocatori sono scesi sempre in campo e solo 2 sono componenti del quintetto (Pierce, Allen, Robinson, Daniels e Davis i sempre presenti).

Ma ridurre tutto ad un aspetto (gli infortuni) sarebbe a dir poco sciocco ed anche se è un aspetto molto importante, anzi a dir poco determinate, non è l'unico.

Infatti la nostra storia recente, quella dell'era dei Big Three per intenderci, ci insegna che i Celtics hanno una flessione abbastanza netta e a partire da un giorno ben preciso, Natale. Infatti tolto l'anno del titolo per il quale non ci furono mai vere flessioni, l'anno scorso a partire dalla vittoriosa trasferta ad Orlando il 25 dicembre, ci furono ben 27 sconfitte prima della fine della stagione a fronte delle 18 della stagione prima, mentre erano state solo 13 l'anno del titolo. Nulla se paragonate alle 42 sconfitte dell'ultima stagione senza Garnett ed Allen, sia inteso.Quindi diciamo che da Natale i poi i Celtics non sempre volano alti, almeno non nelle ultimissime edizioni.

Però l'anno scorso ci ha insegnato che il fattore campo è importante e che se anche i Celtics sono in grado di ribaltare il fattore campo, farlo per troppe serie nei playoff, alla lunga, è un'attività troppo dispendiosa. In particolar modo con le squadre della Western, per un'eventuale finale, sarebbe importante conservare il vantaggio del campo dalla nostra parte.

Preoccupano un bel po' i numeri delle ultime quattro partite che ci hanno visto segnare pochi punti e con percentuali nettamente sotto-media. Tanto per evidenziare un dato i Celtics (che sono a .500 nei tiri dal campo) nelle ultime quattro uscite hanno tirato col .453. Un calo vistoso che si riflette anche in altri aspetti del gioco come le palle perse (addirittura 21 a Detroit) e sul tiro pesante.

Alla luce di questi dati potrebbe subentrare un po' di preoccupazione nelle teste dei giocatori di Rivers, visto che le cose sembrano andare sempre peggio (infortuni che aumentano) e le preoccupazioni essere sostituite ben presto dal panico. Non ci sono molti anni davanti a questo gruppo ed un eventuale lockout potrebbe sancire la fine prematura di questa avventura (Garnett ai media ha dichiarato che in caso di lockout si ritirerebbe subito).

Ma in questo momento di dubbi, noi abbiamo una certezza. Quindi NO PANIC!

I motivi di ottimismo sono tanti, ad iniziare dal graduale recupero degli infortunati. Jermaine O'Neal è tornato dal lungo stop e Rondo lo farà a brevissimo. Perkins sta lavorando per rientrare entro 35/45 giorni e West sembra poter tornare prima del previsto. Garnett, il vero valore aggiunto dei Celtics, starà fuori solo un paio di settimane e quinidi problema ridotto al minimo dopo le iniziali paure.

In queste settimane di ranghi ridotti, dobbiamo tenere duro e non disunirci troppo. Possiamo e dobbiamo farcela, ne abbiamo le possibilità. La nostra ricetta è quella di non stravolgere troppo gli equilibri. Facciamo un esempio chiarificatore. Troviamo che Robinson non sia troppo adatto al quintetto e che invece renda molto più come uomo in grado di spaccare la partita venendo dalla panchina. Non tutti i giocatori sanno fare lo step-up e Nate sembra uno di questi. Rirpistinando nel possibile questo ed altri aspetti, la squadra ne verrebbe snaturata molto meno e gli imbarazzi palesati in tante occasioni verrebbero ridotti.

I Celtics hanno carattere e lo dimostrano in tanti frangenti, però non devono fare l'errore di sottovalutare la posizione nella griglia dei playoff e ritenere altri aspetti prioritari. Tenere duro è un obbligo, poi il recupero di tutti i giocatori farà il resto. L'obiettivo unico e primario deve essere quello di vincere il più partite possibili e non perdere occasioni come quelle dell'ultimo dell'anno contro gli Hornets. Facile a dirsi meno a farsi, però se non ci riescono i Celtics, che sono la migliore squadra della lega, chi può farlo?

All about 18.

Lieve flessione o vera crisi?   di Deep e Francesco Sanna   |   Pubblicato il 01/01/2011
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