Due mazzate da stendere un toro!
Due considerazioni che mi trovano d'accordo nella maniera più assoluta!

Due vicende molto diverse, per Brown ci sono motivazioni più profonde e sulle quali non mi sento di esprimere nessun giudizio, in questo caso davvero l'oceano è grande e noi non possiamo realmente capire la situazione razziale negli USA. Ingenuamente penso che tra ora e l'inizio del torneo ci passa un sacco di tempo, ma mi fermo qui, sono aspetti sui quali meglio tacere (per ignoranza). Posso conoscere il pensiero sulle vicende da bianco italiano, quindi del tutto annacquate, sono sicuro sia molto diversa la cosa nella testa un ragazzo di colore americano e soprattutto di come debba manifestare il suo disagio.

Su Tatum resto invece freddino perché è chiaro che siamo davanti ad una manovra legata al suo rinnovo. Alla fine giocherà, ma solo dopo aver avuto la rassicurazione economica richiesta, cosa che ne fa un ottimo uomo d'affari non esattamente un grande uomo squadra. Ma non lo biasimo, perché da tempo la direzione intrapresa dagli atleti delle leghe americane è questa, non ci dobbiamo stupire troppo se antepongono loro stessi a tutto, squadra inclusa. Noi siamo tifosi e la squadra viene prima di tutto, ma per loro non è così, anzi sono ragionevolmente certi che avranno più team durante la loro carriera, tranne rare eccezioni. Idealizzare ed idolatrare questi ragazzi è un errore, vanno ammirati per le loro doti sportive, sul resto pattinerei via.

Beh Daniele, possono essere ammirati anche per altro, non farei di tutta l'erba un fascio.
Un esempio è quello di Jaylen che sceglie di schierarsi per una giusta causa.

Motivo per cui ormai gli sport ad alti livelli sono morti in termini di sport, sono dei grandi business e basta ormai. Zero cuore, zero passione... ogni tanto mi viene la domanda "chi c***o me lo fa fare di seguire e tifare sta gente".

Ma tralasciando questo triste discorso, quello che critico è proprio la mentalità da perdente... quella di mettere le mani avanti e di risparmiarsi. Lui stesso dice di essere cresciuto con la Mamba-Mentality e per quanto Kobe sportivamente mi sia andato sempre di traverso questo atteggiamento di Tatum non ha proprio un c***o a che vedere con la mentalità vincente del suo idolo.

Ci metto la mano sul fuoco che Kobe si sarebbe allenato a casa sin dal primo giorno della quarantena come un disperato e ora starebbe scalpitando per la ripartenza, non vedendo l'ora di fare il culo a strisce a tutti quanti per mettersi in mostra e far vedere di essere il più forte. Questa è la mentalità di uno che vince titoli e che comunque fa tanti soldi... perché comunque un campione rotto guadagna di più di un mediocre sano.
E invece Tatum viene a chiedere delle tutele sul contratto per il rischio infortuni... allora già che ci siamo mettiamo nel contratto che non deve difendere perché rischia di stirarsi e che non deve attaccare il ferro perché potrebbe cadere male.

Ho preso Kobe perché è stato il suo idolo, ma stesso discorso potrei farlo prendendo ad esempio gente come Jordan e Bird. Tutti Giocatori con la G maiuscola, nessuno di questi ha finito la carriera trovandosi per strada a fare la fame.

Ovviamente è un discorso generico, ma non possiamo negare che è insito nell'animo del tifoso idolatrare a scatola chiusa dei ragazzi che in realtà noi non conosciamo e non sappiamo quasi nulla di quello che fanno e pensano fuori dal campo, sono solo sensazioni le nostre. Certo poi ci sono casi specifici, come quello che citi, davanti ai quali mi alzo ed applaudo a scena aperta. Quanti sono però gli esempi in questo senso che possiamo fare?

ah guarda Daniele, sgombro il campo in un attimo su come la penso io:

ormai lo sanno anche i sassi che per me Tutum è Dio, ma è una questione esclusivamente tecnica e sportiva

non mi passa neanche per l'anticamera del cervello il pensiero che le sue gesta personali ed estracestistiche mi debbano essere in qualche modo d'ispirazione

di Bird ce n'è stato uno solo

ed anche lui aveva i suoi difetti (forse)

Personalmente, continuo a dire ed a credere che protestare sul campo coinvolgendo tutti, bianchi neri arbitri staff etc, prima dopo e durante le partite (ci sono mille modi per farlo) farebbe molto più rumore di uno sciopero. Se poi quest'ultimo dovesse coinvolgere solo una parte, piccola magari, dei giocatori, figuriamoci.....

Però ripeto, se Brown ed altri pensano il contrario, va benissimo.
Anzi, vado oltre, e gli suggerisco d'impegnarsi a diffondere il messaggio anche fra i colleghi del football, del baseball etc, così lo sciopero farebbe ancora più effetto.

Poi magari potrebbero passare ai "comuni mortali", facendo scioperare pure loro. Beh....in effetti quelli è meglio lasciarli lavorare, sennò di che campano......
Chissà quante persone, famiglie, di colore "normali" con salari "normali", l'indotto NBA NFL etc insomma, hanno bisogno (letteralmente bisogno) che questi campionati ricomincino.
Nemmeno io voglio esprimere giudizi non capendo veramente com'è la situazione negli USA.
Mi chiedo solo se loro la capiscono veramente, perché la sensazione del marito che si taglia l'uccello per fare rabbia alla moglie....... io ce l'ho.

Mah, onestamente non saprei dirti, Daniele.

La domanda è riferita a giocatori in generale o attualmente in attività?
Poi dipende sempre da quali sono i gesti che sono considerati da applaudire, o meglio, a che altezza si posiziona l'asticella.

Certo che uno che passa la vita a fare risse nei locali non è un buon esempio e non è da mettere nella categoria, però ci sono diversi giocatori che hanno un impegno sociale di un certo tipo.
Giusto per usare un'iperbole, non è che possiamo aspettarci che tutti i giocatori NBA risolvano la fame nel mondo (anche perché dopo che la risolve il primo...).

Dobbiamo anche considerare che questi hanno 20 anni.
Ad esempio a Tatum, con la scusa di avere 20 anni gli si perdonano errori di ingenuità sul campo (tipo tiri presi alla culo) nonostante sia quello che fa e per cui si allena per la maggior parte del tempo e poi ci si aspetta di vederlo "impegnato" fuori dal campo.
Ho preso Tatum come esempio, ma non è riferito al suo eventuale rifiuto causa contratto, che non condivido.
Era solo un esempio su

Alcuni giocatori hanno fatto cose apprezzabili andando avanti con gli anni.
Certo Brown è atipico, perché come testa sembra veramente un giocatore di 40 anni fa per certe cose.

Faccio il primo esempio che mi viene in mente, Kenyon Martin che essendo stato balbuziente da ragazzo ha sponsorizzato istituti per ragazzi con lo stesso problema, oppure essendo cresciuto senza padre ha creato una fondazione che dovrebbe aiutare le famiglie con figli nella stessa situazione.
Non è combattere contro un nemico grosso come il razzismo, ma è comunque un aiuto ad una fetta di persone.

Da noi c'è Kanter che non vede la famiglia perché non si fa problemi ad attaccare il dittatore che comanda al suo paese.
Eppure di lui fa comunque più notizia quando posta un video mentre mangia 25 cheeseburger.

Poi sul fatto di idolatrare un giocatore sono d'accordo, anche perché non li conosciamo del tutto.

Esatto Matteo, il messaggio che voglio sdoganare è che si deve avere la giusta misura nella valutazione di questi ragazzi e dargli la giusta collocazione. Vanno valutati per il loro essere atleti e/o giocatori, ma basta così. Vedo troppo spesso esaltare o denigrare atleti, anche di altri sport, sconfinando nel privato o costruendo castelli sulle loro dichiarazioni.

Questo è un errore, anzi diciamola in maniera più brutale: ci dobbiamo abituare al fatto che ai Celtics ci teniamo più noi di loro.

Ad esempio ecco perché non provo acredine verso Irving, una volta partito ho perso interesse per quanto affermasse o facesse fuori dal campo, non era funzionale a nulla nell'universo Celtics, così come va capito che uno come Tatum, nonostante quello che possa dire, penserà sempre prima a se stesso e poi al resto. Saperlo è brutto certo, magari se questi giochetti li facevano lontano dai microfoni era meglio, così mi lascia freddino come atteggiamento. Di certo non sposta l'amore sportivo che nutro per lui, magari me lo farà guardare con sospetto per altro, temendone una fuga a... LA alla prima occasione.

Ovviamente chi segue la NBA da anni, sa e valuta correttamente le varie situazioni, ma chi è a digiuno di sport prefessionistico made in USA, ha modelli sportivi diversi e non applicabili o è ancora giovane (bontà sua), non riesce a fare i giusto distinguo confondendo spesso il personaggio con la persona.

Mi sono cappottato all'indietro e visto che non abbiamo risposta al quesito, mi limito ad apprezzarne l'estrema ironia.

Ecco...forse !!!

Penso a quel tizio di colore che lavora ad Orlando, a Disney world, che fa l'inserviente o il custode, o lo chef o chissà cos'altro. Ha moglie e figli a carico, e sono mesi che non percepisce un dollaro o quasi, e che ha un disperato bisogno di lavorare.
Non è che il problema razziale a lui stia meno a cuore rispetto a Brown, ma immagino che se potesse cercherebbere di spiegare al ragazzo che anche la sua di black life,....metter!

Trovo veramente patetico il comportamento di certi giocatori, ragionano solomente in base all'aspetto economico.

Il problema, secondo me, non è proprio quello, perché comunque consideriamo che per loro è un lavoro.
Il problema è che, prendo l'esempio di Tatum, se sono vere le voci, il momento è sbagliato.
Prendi un sacco di soldi che fra le altre cose sono anche a copertura dei vari infortuni, beneficio che altri comuni mortali non hanno e chiedi di venire tutelato dagli infortuni.
Posso capire se fai storie per paura del Covid, ma degli infortuni? E tutte le altre partite che hai giocato non rischiavi infortuni?
Capisco che ti manchi il ritmo partita, ma quindi Hayward che il ritmo partita lo ha perso dopo 1 anno di stop non avrebbe più dovuto giocare perché senza ritmo partita non può giocare entrando in una specie di loop.
A tutti manca il ritmo partita, immagino. Non mi pare ci siano squadre che hanno continuato la RS ed altre no.

Fare un discorso di questo tipo in previsione di un contratto futuro sarebbe come dire "oggi al lavoro non faccio niente così non mi stanco, perché nel caso dovessi cambiare lavoro sarei troppo stanco".
Secondo me è inopportuno, hai un contratto ora e non lo onori in funzione di uno futuro?

Spesso e volentieri, guardando le partite NBA, mi chiedo come possano i giocatori non difendere, con la compiacenza degli allenatori.
Non è raro assistere a giocatori che concesso il vantaggio agli attaccanti non provano nemmeno a recuperare, tentando di impedire in extremis un canestro, con un fallo o una stoppata.
Il basket è basket e se è cambiato il modo di interpretarlo in attacco, si potrebbe ancora difendere come avveniva negli anni '80 e '90... se si volesse, ma ciò non avviene.
A questo si aggiunga il fatto che le carriere durano almeno 5 anni di più rispetto a una volta e mediamente questo si traduce in circa 35 milioni di dollari in più... molti di più per le "stelle"... mica bruscolini.
Certamente la preparazione fisica, l'alimentazione e gli allenamenti aiutano ma credo che la mancanza di tutta quella fisicità che caratterizzava una volta la NBA, è andata a perdersi anche perché i giocatori hanno regole non scritte tali per cui nessuno deve permettersi di commettere falli e provocare contatti pericolosi per il giocatore che li subisce.
Spettacolo sportivo, anziché sport spettacolare.