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[2014/...] Marcus Smart #36 
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Gioia CELTICS ha scritto:
La parte che mi piace meno è che sembra aver messo su un paio di chiletti...... Non esattamente di massa muscolare.
Marcus, chi è il tuo nutrizionista?
Sullinger?
Blackcec? :D


:D :D :D No! Io sono il suo procacciatore di gnocca...ci so fare talmente tanto...che è sempre in palestra ad allenarsi..!! :D
(Grazie a me, a ottobre tirerà come Curry.... 8-) )


27/06/2017, 14:45
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Blackcec ha scritto:
:D :D :D No! Io sono il suo procacciatore di gnocca...ci so fare talmente tanto...che è sempre in palestra ad allenarsi..!! :D
(Grazie a me, a ottobre tirerà come Curry.... 8-) )

:lol3


27/06/2017, 15:38
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Blackcec ha scritto:
Gioia CELTICS ha scritto:
La parte che mi piace meno è che sembra aver messo su un paio di chiletti...... Non esattamente di massa muscolare.
Marcus, chi è il tuo nutrizionista?
Sullinger?
Blackcec? :D


:D :D :D No! Io sono il suo procacciatore di gnocca...ci so fare talmente tanto...che è sempre in palestra ad allenarsi..!! :D
(Grazie a me, a ottobre tirerà come Curry.... 8-) )


Dici che si è ormai rassegnato che l'unico centro che ora può fare è quello nella retina ? :lol3

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27/06/2017, 16:36
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
:D :D
...in fondo Giulio, è un buco anche quello!! :ignr: :D


27/06/2017, 21:59
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Smart è passato dall’essere “morto o in prigione” al diventare il leader altruista di Oklahoma State
FLOWER MOUND, Texas - Sei anni prima di diventare uno dei migliori prospetti della nazione, la point guard titolare di Oklahoma State Marcus Smart tirava sassi alla testa alle persone.
Solo attraverso un percorso segnato da profonde perdite personali e auto determinazione è sbocciato in una delle star più umili dello sport .
La furia gli bruciava dentro dopo aver visto il cancro prevalere su un suo fratello maggiore e la cocaina quasi distruggerne un altro. La rabbia gli ribolliva discutendo con un vicino nella zona sud di Dallas, che lui stesso definisce ora come una zona di guerra tra bifamiliari. Cercava disperatamente di infliggere agli altri il dolore che consumava in modo incessante il suo cuore di 12 enne.
La notte di cui parliamo, vicino alla sua casa a Lancaster, era iniziata come sempre, con Marcus e un amico che riempivano le tasche dei pantaloni con sassi e si mettevano al secondo piano del complesso di appartamenti che loro chiamavano “The Pinks”, cercando un bersaglio in movimento da colpire. Marcus non sapeva che quella sarebbe stata una notte fondamentale nella sua vita.
Avvistato un uomo in bicicletta con una felpa nera, Marcus ed il suo amico gli tirarono delle rocce celebrando ridendo e dandosi il cinque - Bam!- il lancio colpì e fece cadere l’uomo a terra. Ma quando Marcus guardò di nuovo vide solo la bicicletta. E sentì il passo pesante di un uomo che stava salendo di corsa le scale: una voce delirante che prometteva di ucciderlo.
Marcus e il suo amico scavalcarono la ringhiera del secondo piano, atterrando bruscamente sul cemento. L’uomo li seguì rapidamente. Spinto dall’adrenalina e dalla paura, Marcus corse più veloce di quanto non avesse mai fatto su un campo da basket o da football, procedendo a zigzag attraverso i vicoletti fino a un complesso vicino, The Meadows.
Dietro a Marcus, i passi e la voce minacciosa si facevano più vicini. Marcus non sapeva che l’uomo era un membro della Bloods Street Gang. E finchè non si guardò indietro nella strada vagamente illuminata, non sapeva quello che l’uomo aveva in mano: un’arma carica.
Marcus sapeva di non esser più il bambino generoso che a 4 anni aveva dato ad un senzatetto la sua preziosa banconota da 20$, o l’innocente bambino che pedalava con la sua bicicletta indossando stivali da Cowboy da McDonald’s per i panini gratis. Sapeva di essersi evoluto in qualcosa di nuovo, una anima perduta con solo pochi istanti di vita rimasti. Il suo cuore batteva e lui era madido di sudore, respirava in modo così pesante che gli sembrava che i polmoni fossero chiusi in una morsa.
L’uomo era ormai a una decina di metri. Marcus sentì il suono raggelante di quattro colpi di pistola.
“Avete mai visto ‘Non aprite quella porta’ ?” Marcus dice oggi. “Immaginate quell'uomo vicino a voi con una motosega, ecco quanto era vicino. Tutto ciò a cui pensavo era “Morirò? é così che morirò? Cosa mi farà se mi prende ma non mi spara?”
***
Quando i tifosi vedono giocare a basket Marcus ora, correndo su e giù per il parquet con una intensita che pochi eguagliano, intravedono parte di quella rabbia. Molti giocatori di basket sono più talentuosi di Marcus, ma pochi possiedono un set di abilità così uniche, e anche meno sono quelli che si vantano di averle. Per Marcus, le sue statistiche sono qualcosa di secondario; le statistiche dei suoi compagni sono più importanti. Devia l’attenzione su di sè a un’età in cui molti la cercano, invece.
“è la sua personalità” dice il migliore amico di Marcus e suo compagno di stanza Phil Forte, che lo conosce fin dalla terza elementare. “Gioca in modo aggressivo, non come una prima donna”.
Fran Fraschilla, l’analista ESPN e residente a Dallas che ha seguito Marcus fin dalla prima superiore, dice: “è molto raro trovare un giocatore così giovane con la tolleranza e la conoscenza di un veterano che gioca da 10 anni in NBA… Se ti trovi in mezzo ad una rissa in un vicolo e hai l’incredibile Hulk al tuo fianco, ti senti sicuro. Questo è quello che senti con lui.”
Il coach di Syracuse Jim Boeheim dice che entro la fine della stagione potrebbe non esserci un giocatore migliore di lui nella nazione. Il coach di Oklahoma State Travis Ford potrebbe raccontare una miriade di storie così inusuali, così belle in questa generazione che vuole farsi notare a tutti i costi, in cui molti giocatori cercano di fare giocate da highlight reel.
“Per esser un McDonald’s All-American, il suo approccio al gioco è unico” dice Ford. “Se stessi con lui cinque minuti, non diresti mai che è uno dei migliori giocatori della nazione”.
Pochi sanno in che modo Marcus è diventato come è oggi. Dice Marcus: “La gente mi chiede sempre ‘Come fai ad essere così umile?’. Quando vivi esperienze come quelle che ho vissuto io, c’è solo un modo per sopravvivere. La vita non è un gioco. C’è un mondo molto oscuro là fuori, davvero. E se non impari a conoscere e capire determinate cose, questo mondo può mangiarti vivo.”
Pochi sanno come la sua infanzia ha formato la sua competitività e modellato la sua personalità schiva. Marcus dice che ha condiviso questa storia con USA TODAY Sports, arricchendola di molti dettagli che non ha mai detto nemmeno a membri della sua famiglia, cosicchè altri bambini che abbiano dovuto vivere il dolore della perdita dei propri cari e siano cresciuti in un ambiento negativo, possano trovare un riferimento per il successo.
“Ci penso ogni giorno, è incredibile” dice Marcus. ”Grazie a Dio ho avuto entrambi i genitori e dei fratelli maggiori. Mia madre e i miei fratelli sono i miei eroi… Se non avessi cambiato il mio modo di essere, sarei morto o in prigione”.
Marcus è stato cresciuto in una famiglia che non si è mai disunita nonostante la tragedia. C’è sua mamma, Camellia Smart, 58, che si sottopone a dialisi tre volte a settimana e che vive con un solo rene fin da quando, dice: “un calcolo renale si è mangiato l’altro” 20 anni fa. Poi c’è suo marito, Billy Frank Smart, il 66enne padre biologico di Marcus e Michael Smart. E poi ci sono Todd e Jeff Westbrook, nati da un altro padre più di una decina d’anni prima che Michael e Marcus nascessero.
Camellia, che i fratelli ritengono essere Wonder Woman per la sua forza ed etica lavorativa, è il cuore della famiglia. Todd, una seconda figura paterna per Michael e Marcus, era la spina dorsale.
Marcus sapeva che se qualcuno fosse destinato alla NBA, quello era Todd, che tirò con il 62% dal campo, durante una stagione da guardia giocando per Lancaster High. Quando Marcus ha iniziato a palleggiare per casa con i suoi stivali, aveva già sentito tutte le storie degli anni ’80 che gli hanno fatto vedere Todd come il suo idolo.
Marcus sapeva che quando i dottori trovarono un tumore dietro all’occhio di Todd all’età di 15 anni, sua madre si era sentita come se :” qualcuno avesse preso un coltello e mi avesse aperto il petto in due”. Ma sapeva che Todd non aveva battuto ciglio e aveva chiesto al dottore: “Ok, adesso cosa facciamo?”.
Nonostante il cancro si fosse diffuso prima ai polmoni, poi al suo stomaco, Todd aveva sempre trovato la motivazione necessaria per fare da mentore ai suoi fratelli. Ha insegnato loro come rasarsi, dare una stretta di mano e come comportarsi a un colloquio di lavoro. Ha spiegato a Michael come indossare un preservativo. Nonostante fosse diventato molto magro e incapace di andare in bagno senza doversi riposare poi a lungo, chiamava spesso Michael e Marcus nella sua stanza per guardare Discovery o History Channel.
“Questo è quello che ho sempre ammirato di lui,” dice Marcus, “la tenacia e la voglia di vivere, pur sapendo di non aver più molto tempo”.
Quando aveva 9 anni, per Marcus non c’era nulla di più importante della famiglia. Quando Camellia vide che suo figlio andava a scuola indossando scarpe con buchi sotto la suola, Marcus scrollò le spalle. Quando un suo parente si offrì di regalargli delle Nike, Marcus scelse l’altro paio che costava 19$. E nel Dicembre del 2003, quando Camellia gli chiese cosa volesse per Natale, Marcus rispose con una parola: “Niente”.
“Seriamente, tesoro, cosa vuoi?” ripetè Camelia.
“Mamma, non voglio niente” disse Marcus. “Chiedo a Dio di poter stare insieme con tutta la mia famiglia per Natale.”
Marcus ricevette quel regalo, stando insieme alla famiglia per le vacanze. Ma il 9 Gennaio 2004, la zia di Marcus chiamò lui e suo cugino, che stavano giocando fuori, in casa, chiedendo loro di sedersi e dandogli la notizia che tutti temevano: Todd stava morendo. La famiglia era all’ospedale. Marcus la guardò, studiando il suo volto, pensando che tutto quello non fosse reale.
Poi si precipitò e si diresse fuori dalla porta, chiudendola così forte da romperne i vetri. Suo cugino lo seguì, tenendolo a terra mentre Marcus urlava. All’ospedale, Marcus corse per un lungo corridoio finchè non vide il resto della sua famiglia: erano tutti disperati.
Todd, a 33 anni e dopo una battaglia di 18 con il cancro, era morto.
Nella stanza d’ospedale di Todd, in mezzo ai parenti che piangevano e cercavo di parlare con Todd, Marcus raggiunse i piedi del letto, inginocchiandosi lentamente e toccando il piede di Todd. “Era freddo come il ghiaccio”, ricorda Marcus. “Non avevo mai sentito la parte del corpo di una persona essere così fredda e dura prima di allora”.
Camellia, col viso pieno di lacrime, alzò Marcus e gli disse che sarebbe andato tutto bene. Ancora in stato di choc, Marcus camminò fino all’altro lato del letto, pensando che Todd stesse semplicemente dormendo. Marcus lo scosse, gridando: “Todd, svegliati!”
Marcus raggiunse il bordo del letto e diede un bacio sulle labbra a Todd. Marcus poi alzò a mano in alto, dicendo: “Todd è come una farfalla. è volato via”.
***
Perdere Todd fu un colpo che la famiglia faticò a superare. Nella loro casa a DeSoto, Marcus e Michael, a volte nello stesso momento, non potevano evitare di intrufolarsi dentro la stanza di Todd durante la notte, addormentandosi ascoltando il suono familiare di Discovery Channel in sottofondo. Era la stessa stanza dove fissavano un appendiabiti sopra alla porta a mo’ di canestro e lì vi tiravano calzini raggomitolati, finchè Todd non si stancava.
Ora senza Todd, i fratelli trovavano conforto circondandosi coi suoi ricordi, le sue immagini e i suoni che facevano loro ripensare a lui.
Ma la mente di Marcus era bruciata anche anche altre immagini: il suo 19enne fratello Michael, che era una talentuosa point guard a Lancaster High, entrava in un mondo fatto di gang, droga e armi. Michael divenne affiliato con la Bloods Street Gang e sembrava comportarsi come se volesse solo morire.
Michael vedeva i suoi amici guadagnare fino a 8000 dollari a settimana lavorando per strada, guidando Mercedes e Chevy dell’86. Erano ricoperti di oro e diamanti e avevano televisori enormi a schermo piatto, prima che diventasse uso comune per le famiglie averli nelle loro case.
Marcus osservò Michael dirigersi verso quella vita e rimanervi quasi inghiottito. Michael dice che guadagnava circa 2500 dollari a settimana, vendendo crack e altre droghe e sfruttando le prostitute. Per proteggersi, dice che aveva almeno 5 armi: “Una calibro .40 e .45, una TEC-9, un AK47 e un fucile a canne mozze calibro 12”.
Dopo essersi trasferiti a Lancaster, Marcus spesso correva fino all’angolo dei 1500 blochi di Bluegrove Road, cercando inutilmente di riportare Michael a casa. Imperterrito, Marcus aspettava fino all’alba per assicurarsi che Michael- spesso sotto l’effetto di droghe- ritornasse a casa salvo.
Marcus, che aveva solo 10 anni, si sedeva vicino a Michael nei punti più scuri della loro casa e gli diceva: “Mamma non ha bisogno di una chiamata alle 2 di notte dove le dicono che sei finito in galera o sotto terra. Ha già perso un figlio”.
Marcus alzava la sua piccola mano e toglieva le lacrime dal viso di Michael.
“Stai lontano dai guai”, Marcus gli diceva. “Sono dalla tua parte, fratello”.
Guardandosi indietro 8 anni più tardi, Marcus dice: “Abbiamo trascorso molte notti in quel modo. Sono cresciuto in quel modo. Lo vedevo. Vedevo il suo dolore. Non mi piaceva ciò che stava facendo, ma era pur sempre mio fratello e gli volevo bene. Vedi certe cose al telegiornale e giochi ai videogames, ed è effettivamente come un videogame. Quando lo vedi davanti a te, è terrificante”.
Meno di un anno dopo la morte di Todd, Marcus era a un torneo AAU quando Carmellia gli fece sapere che Michael era all’ospedale. Al termine di un mese di consumo prolungato di cocaina, Michael in quella occasione aveva sniffato così tanto da cadere e farsi male all’occhio. Gary Westbrook, lo zio che era diventato paraplegico dopo aver ricevuto un colpo di pistola alla schiena durante un furto d’auto, era sceso dalla sua carrozzina e si era trascinato da Michael per cercare di rianimarlo, prima di chiamare il 911.
E di nuovo in breve tempo, Marcus era ancora nel lungo corridoio di un ospedale, tormentandosi con la visione di un altro piede gelido da toccare, pensando che poteva perdere il secondo fratello nel giro di un anno. Entrando nella stanza, le sue emozioni divennero incontrollabilii vedendo dei tubi collegati a Michael.
Marcus strinse il pugno.
“Mi ricordo lo sguardo di Marcus” dice Michael. “Faceva paura”.
Dice Marcus: “Sarebbe dovuto morire, ne aveva così tanta dentro di sè”.
Michael si ricorda che il dottore gli disse: “ Sono qui per salvare vite. Se vuoi fare questo a te stesso, non venire qui. Ucciditi e basta”.
***
Michael si riprese e andò in chiesa quella Domenica. Anche se non si era tirato fuori dalla vita criminale, dice di non aver mai più sniffato cocaina da quel giorno. Ha giurato di tenere Marcus lontano da quello stile di vita. E ha detto agli altri membri della sua gang di lasciare in pace Marcus: chiunque avesse osato fargli qualcosa avrebbe dovuto affrontare la rabbia e i proiettili di Michael.
“Tu prenderai un’altra strada”, disse Michael a Marcus. “Vai avanti per la tua strada. La gente vuole dire che sei punk o diverso? Tu sii diverso. Quando fra sei anni ti guarderai indietro, vedrai chi è diverso e chi ha invece fatto la differenza”.
Ma i problemi erano iniziati per Marcus, la cui rabbia ribolliva. Da bambino, non aveva mai commesso sciocchezze, ad eccezione di quando dice di aver stupidamente fumato marijuana l’unica volta nella sua vita, quando non aveva più di 8 anni. Marcus dice che lo aveva fatto stare talmente male da doverlo dire a sua madre, che lo portò al pronto soccorso. Camellia dice che Marcus le aveva solo detto di essere malato, non di aver fumato cannabis.
Ma dopo la morte di Todd e la paura di aver perso anche Michael, circondato da compagni di classe che si adornavano di simboli delle gang e di armi agli angoli della strada, Marcus dice :” Mi sentii perso. Cambiai completamente”.
Lui e i suoi amici rubavano caramelle, cibo e bevande dai negozi. Sfogava molta della sua rabbia sul campo da football, ma in assoluto preferiva fare a pugni. Marcus dice di esser stato un bullo, che se la prendeva sia coi deboli che coi forti.
“Mi sentivo come se avessi un braccio rotto e volessi urlare”, dice Marcus della sua rabbia. “Il peggior dolore a cui voi possiate immaginare, esattamente così mi sentivo. Ed ero arrabbiato. La mia rabbia era così tanta. Dovevo sfogarla. Ero come una pentola a pressione. Non sapevo come esprimerla se non facendo a pugni”.
Si ficcava in una media di tre risse a settimana. Cercava ogni arma possibile da poter usare. Tirava coltelli e bastoni. Marcus ricorda di aver quasi rotto il collo ad un altro bambino. Dice che sentiva di poter uccidere qualcuno.
In una occasione, lui e un amico si trovarono in inferiorità numerica in una rissa. Marcus tirò fuori un coltello. Gli altri tirarono fuori una pistola ad aria compressa. Marcus andò a casa e prese la calibro .22 di suo padre. Michael lo fermò alla porta prima che Marcus ebbe l’opportunità di inseguire gli altri ragazzini.
La rissa peggiorò. Marcus sbattè la testa di un altro bambino sul cemento. A un certo punto, il direttore lo fece chiamare nel suo ufficio e gli disse che avrebbe dovuto frequentare una “scuola alternativa” per 30 giorni.
“Era come se fossi in prigione” dice Marcus. “Comportati bene e puoi uscirne presto”.
La notte che rimane maggiormente impressa nella memoria di Marcus è quando correva per salvarsi la pelle dall’uomo con la felpa nera. Lui ed il suo amico corsero fino a un sentiero nel bosco che conoscevano bene.
Fecero delle svolte improvviso e passarono sotto ad un ramo basso, che loro conoscevano e sapevano si doveva evitare chinandosi. L’uomo non si chinò e i ragazzini lo sentirono cadere a terra. Una volta arrivato a casa quella notte, Marcus non chiuse occhio.
“La mia vita fu quasi interrotta”, dice Marcus. “Ero terrorizzato. Non sapevo cosa fare. Da delle decisioni stupide che avevo preso, una decisione che pensavo essere buona, che pensavo esser divertente, avrei potuto tranquillamente morire. Lezione imparata”.
“Non racconto mai questa storia alla gente: cosa diresti? Cosa faresti se fossi in quella situazione? Non è una bella cosa immaginare di scappare, letteralmente scappare per salvarti la vita”.
Marcus non ha mai detto a Michael che quell’uomo, che faceva parte della sua gang, gli aveva sparato contro, ma solo che aveva cercato di picchiarlo. Marcus sapeva che se avesse raccontato al fratello quel dettaglio, Michael avrebbe ucciso quell’uomo.
“Vedete come ragiona?” dice Michael. “Se tengo questa cosa per me, mio fratello non finirà nei guai: io semplicemente non lo farò più. Io sarei andato là fuori e probabilmente qualcuno sarebbe morto. Marcus è tornato a casa salvo. Ed io sono ancora qui”.
Non disse niente nemmeno a sua madre, ma a quel tempo la madre sapeva che il figlio aveva bisogno di aiuto, di allontanarsi da quella situazione.
“Sapevo di dover fare qualcosa”. dice Camellia. “Sai quando c’è qualcosa che non va, lo percepisci. Ho sempre detto ai miei ragazzi che non c’era niente di insormontabile, niente che non potessero venire a dirmi.”
Un giorno fece sedere Marcus e gli parlò. Lui le raccontò delle risse. “Era stanco di vivere così. Gli ho detto ’Tesoro, perchè non me ne hai parlato prima?’” chiese Camellia. “Mamma non volevo farti preoccupare”.
“Non ho permesso alle gang di prendere i miei altri ragazzi e non avrei permesso che prendessero Marcus”, dice. “Era così depresso. Si combatte là fuori. La società ti condiziona. ‘Dovrei fare questo, quello? Se non lo faccio, sono un codardo’. Era troppo piccolo per vivere in quel modo”.
Marcus frequentò corsi di gestione della rabbia, i quali dice essergli stati di grande aiuto. E la famiglia andò a vivere in una casa di campagna con 3 camere da letto a Flower Mound, un sobborgo ad ovest di Dallas. Camellia fece affidamento sul consiglio della famiglia di Phil Forte, il migliore amico di Marcus che viveva a Flower Mound, per scegliere una scuola.
Trasferirsi fu un cambiamento drastico. Marcus vedeva gente camminare fuori da casa sua la sera e si innervosiva istintivamente. Gli amici gli avrebbero poi detto che era solo un uomo che portava a spasso il cane. Marcus ora poteva sedersi sotto al portico della casa della propria famiglia senza sentire spari o urla provenienti da risse. L’effetto di ciò su Marcus fu eccezionale.
“Era come rinato” dice Camellia. “Come potrei dire? Come se fosse uscito dall’oscurità e fosse entrato nella luce. Il cambiamento fu grandioso”.
Marcus canalizzò la sua aggressività nel football e successivamente nel suo sport principale, il basket. Gli insegnanti dicevano a Camellia quanto fossero impressionati dal fatto che Marcus, a differenza degli altri atleti, mancasse completamente di superbia. Quando Marcus vinceva trofei o premi, li metteva rapidamente da parte e si metteva su YouTube a studiare cose come il movimento di piedi di Kobe Bryant. E quando arrivarono le lettere di reclutamento dalle Università, non ci si soffermò troppo, preferendo andare in palestra con Michael.
***
Stando seduto a un Applebee la settimana scorsa, gli occhi di Michael sono diventati lucidi pensando a Marcus, un fratello minore al quale dice di ispirarsi come se fosse maggiore. Michael dice che Marcus lo incoraggia continuamente a vivere la sua vita nel modo giusto e gli dice quanto è fiero che Michael, che ha ora 27 anni e lavora in un magazzino, abbia smesso di vendere droga qualche anno fa.
“Dio mi ha voluto sulla Terra per un motivo” dice Michael. “Penso che la ragione possa essere lui - mio fratello. Marcus sta facendo qualcosa che mia madre avrebbe voluto tutti noi facessimo: avere successo nella vita. Ci sta facendo sperare. Guardate Marcus. Tutto è completo. Lui ha tutto”.
“Quando la mamma guarda Marcus, la sua giornata migliora. Todd non c’è più, ma lui vive in Marcus. E’ pazzesco, amico. Hai incontrato Todd incontrando Marcus. Marcus sembra un fratello maggiore”.
Nella casa di Camellia, piena dei trofei di Marcus, palloni da basket autografati e scarpe Adidas del Mcdonald’s All American game, la madre raggiunge il camino e prende una foto di squadra di Todd e di Lancaster della stagione 1987-88. Todd era tornato in quell’anno da senior pur giocando praticamente con un occhio solo ed aiutò la sua squadra a raggiungere il secondo seed nella Texas Association of basketball Coaches’ Class 4A.
Nella foto, Todd ha il numero 3 sulla maglia, lo stesso che ogni altro fratello ha indossato alla high school. Ogni fratello ha un tatuaggio in ricordo di Todd. Marcus era anche interessato ad indossare il numero 3 ad Oklahoma State, ma gli è stato detto che tale numero non era disponibile perchè Dan Lawson, morto nel disastro aereo di Oklahoma State del 2001, lo indossava: Marcus ha allora scelto il numero 33, l’età di Todd quando è morto. (ndt: ai Celtics ha scelto il 36: il 3 per il fratello, il 6 per la posizione in cui è stato scelto, dato che il 33 è stato ritirato per Bird).
Nella partita di Sabato contro Texas Tech, Marcus ha segnato solo 3 punti, ma non gli interessa granchè. La squadra ha vinto. Marcus riflette sulla sua vita ogni giorno, contemplando il punto in cui è arrivato, determinato a continuare a giocare duro e in modo altruista. Non ha la minima intenzione di lasciare che il nome del fratello sparisca.
Marcus ora dice di avere un saldo controllo delle sue emozioni e il suo coach, Travis Ford, lo descrive come uno dei giocatori più genuini che abbia mai allenato.
“Non voglio essere quella persona che guardano e di cui dicono ‘E’ uno s*##*o, è cattivo’ “. Marcus dice. “Voglio che tutti guardino Marcus Smart e dicano che è la persona più gentile che abbiano mai incontrato. Voglio sentire cose belle, Non voglio sentire cose negative su di me. Mi fa apparire male. Mi fa sentire male. Fa sembrare la mia famiglia cattiva. Io sono un riflesso di mia madre, i miei fratelli e di tutta la mia famiglia. Come mi comporto è un riflesso di come mi hanno cresciuto. L’ho imparato questo."


traduzione di Luca Falconi(celticnationitalia, faceebook)

articolo originale: https://www.usatoday.com/story/sports/ncaab/big12/2013/01/22/mens-college-basketball-oklahoma-state-marcus-smart-profile/1850729/


13/07/2017, 10:35
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Non è un caso che sia un giocatore con uno spirito e un cuore che vale per un quintetto :heart

Scusate per la battuta cinica che sto per fare... dai Marcus, se sei riuscito ad abbandonato il vizio di tirare i sassi puoi benissimo abbandonare il vizio di tirare mattoni :)

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13/07/2017, 11:12
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
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beh dai marcus mi pare aver perso i kg in più, in ottima forma. :irish_drink:


24/07/2017, 11:59
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36

Concordo.
Aggiungo giocatore con caratteristiche uniche nel nostro roster, soprattutto difende su più ruoli ed ha energie da vendere e doti da leader. Penso che quest'anno faccia un ulteriore salto soprattutto nelle percentuali. Spero non venga portato a scadenza ma che venga prolungato il contratto a cifre ragionevoli per entrambi le parti.


24/07/2017, 12:49
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Mi sono sempre piaciuti i giocatori che passano l'estate a farsi il mazzo tanto, perché vogliono e possono migliorare.
Bravo Marcus! :msn: :clap2

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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
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:clap2 :metal :irish_drink:


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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
pagliardo ha scritto:
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:clap2 :metal :irish_drink:

posso dirlo con certezza: è un fotomontaggio
ha applicato la sua faccia su una mia foto di questa estate :tse:

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per me l'erba del vicino non potrà mai essere più verde del verde celtics


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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Marcus Smart’s weight lose could change how Brad Stevens is able to use him

Marcus Smart has recently come out and said that he has lost 20 pounds this offseason. When you look at his weight from last season, and see how close it is to seven footer Al Horford, that appears to be a great sign.

The problem, however, is the Celtics have embraced every bit of Smart’s size, and if that takes anything away from his ability to defend bigs, then the Celtics could end up regretting that weight loss.

When you put his weight into context, it is hard to look at this as a bad thing. Last season, Smart played around 240 pounds. Now, Smart has always been one of the bigger stronger guards in the league, but when he is within five pounds of the starting center, there could be a problem.

The weight change may not do anything for Smart’s shooting, but it could change how he attacks on offense. Smart has spent much of his career hovering around the three point line, looking for the open spots and often forcing it.

Qualcuno ritiene che la perdita di peso di Smart sia eccessiva e che gli faccia perdere di potenza per marcare giocatori più grossi. Speriamo non sia così ovviamente...la sua duttilità è una delle due armi in più.


09/09/2017, 10:17
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
Indubbiamente il culone sotto questo aspetto faceva comodo e compensava la grande differenza di centimetri. D'altro canto Marcus però può veramente avere un bel guadagno in termine di penetrazioni ed esplosività nell'attaccare a canestro.
E se parliamo di giocatori fisicamente esplosivi sono pronto a credere che lui in peso forma sia tra quelli con un rapporto potenza/kg tra i più alti nella lega.

E se devo scegliere tra una PG che mi difende su un lungo e una PG che difende 3 ruoli (perché Smart dimagrito secondo me può benissimo difendere ancora sulla maggior parte delle Ali piccole) e che può attaccare il canestro con la potenza di un camion (penso a Westbrook) direi che scelgo la seconda e piuttosto vado a cercarmi qualcuno un pochino più alto da accoppiare in difesa al lungo.

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09/09/2017, 12:05
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Messaggio Re: [2014/...] Marcus Smart #36
ha ancora abbastanza muscoli da poter contenere chiunque, preferisco vederlo più snello e con più esplosività nei movimenti cosi da poter difendere meglio sulle guardie veloci.


09/09/2017, 15:19
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