Grazie MarcUs

Grazie Crispo.

Il migliore, si il migliore. Cya.

Persino io che non seguo per nulla il calcio non posso che restare colpito da questo lutto, la morte di Paolo "Pablito" Rossi. Se ne va uno degli eroi del mondiale del 1982, l'uomo capace di far piangere i brasiliani (un suo libro più o meno si intitola così). I miei ricordi sportivi si fermano li, perché non ho mai seguito troppo attentamente le sue vicende sportive e giudiziarie, so dello scandalo scommesse ma non così bene da parlarne, resta la sua una favola sportiva di altri tempi, di un ragazzo di talento che seppe rinascere proprio durante un mondiale ormai mitologico.

Se ne va a soli 64 anni, molto presto, ma le sue gesta resteranno per sempre. Dopo Maradona un altro grande del calcio ci lascia, uno legato a doppio filo alla storia italiana.

Settimana terribile per me, che ho il Lanerossi nel cuore..prima è venuto a mancare Ernesto Galli, poi Maraschi e ieri Paolo Rossi..

Sono senza parole.

In pochi casi succede che l'atleta sia così indissolubilmente legato al mister.
Questo è il caso di Paolo Rossi.
L'equilibrio ed il contributo l'uno per l'altro sono così forti che non si capisce dove inizino in meriti dell'uno e quelli dell'altro.
Paolo Rossi è la creatura di GB Fabbri (peraltro arrivato al LR Vicenza dopo una parentesi importante per noi piacentini con una storica promozione in B). GB Fabbri inventa Rossi centravanti.
E poi Paolo Rossi è il prodotto di Enzo Bearzot, il vecio dell'Italia Mundial così pazzo da scartare Pruzzo per Rossi ed aspettarlo fino ai gironi eliminatori dell'82.

Il resto è storia. Come è storico il fatto che in quei 15 giorni di quell'estate spagnola potevi calciare un pallone in qualsiasi direzione in fase offensiva e restare sicuro che Paolo Rossi l'avrebbe buttata in rete.

Addio Pablito

Un ricordo indelebile per il Pablito nazionale.

Uno dei pochi calciatori stimato da tutte le tifoserie, gran calciatore ma soprattutto persona educata, sorridente e perbene.

... non era Maradona, non lo era per il talento e per tutto il resto, per tutto quello che era l'eccesso.
Maradona è Maradona.
Terza persona presente, singolare.
Singolare immortale.

Paolo Rossi era tutti noi, era la faccia bella e pulita degli italiani che con lui si riscattavano in un colpo solo.
Erano un gruppo di giovani uomini umani quelli che avevano vinto il Mondiale del 1982.
Zoff aveva una garza al braccio come fascia di capitano.
Bergomi aveva i baffi per far finta di essere adulto.
Gentile si chiamava Gentile ma gentile in campo non lo era mai stato.
Un giornalista aveva scritto che Cabrini e Tardelli se la intendevano e tutta la squadra era andata in silenzio stampa.
in campo Conti correva correva e dribblava come un forsennato.
Scirea volteggiava dalla difesa all'attacco.
Oriali ruggiva.
Paolo Rossi sembrava perso.
Una partita virgola, due partite virgola, tre partita virgola, quarta partita virgola. Alla quinta, fondamentale, quando tutto il mondo ci dava per spacciati contro il Brasile migliore dai tempi di Pelè e dal 1970, Paolo Rossi esplode: 3 gol a quel Brasile, poi 2 alla Polonia, 1 (il primo) alla Germania in finale.
La Coppa del Mondo e poi il Pallone d'oro.
Paolo Rossi era .
Terza persona passato, imperfetto.
Singolare in modo diverso, plurale.
Paolo Rossi era tutti noi.
Non era quello che avremmo voluto essere.
Era tutto quello che avremmo potuto essere.
La ancora nebulosa faccenda del calcio scommesse (lui ha sempre rifiutato e negato il coinvolgimento) non scalfisce l'immagine bella di un uomo e un atleta. Di un atleta umano.
Qui la retorica si spreca. Umano. Troppo umano. Quel suo sorriso così toscano della campagna che, se non è Pacciani, allora è Benigni. O è Paolo Rossi.

In realtà era anche lui un fenomeno.
Quando qualcuno di noi capirà che lui era realmente speciale (come calciatore, come umano si può solo che immaginare), quel qualcuno pure sarà un poco più speciale di prima.

Piccola digressione personale-sentimentale.
Ho sostanzialmente smesso di seguire il calcio nel 1986, l'anno che iniziavo le scuole medie, dopo i mondiali in Messico (quelli di Maradona) ... ma per tutte le scuole elementari facevo l'album Panini, guardavo tutte le partite alla tv, leggevo i quotidiani sportivi e il Guerin Sportivo ... insomma, so di poter sostenere una conversazione sul calcio dei primi anni Ottanta.
Nel 1986 dopo aver visto quei Celtics là mi fu chiaro ( e per sempre) di quale sport sarei stato devoto.

Come sempre carissimo MarcUs...pennellate d'autore !!!

Che belle parole MarcUs, sempre avanti.

Mi è sempre piaciuto Paolo Rossi, tanto. Anche fuori dal campo.
Discreto, educato, garbato....
Un grandissimo campione, ed una bella bella persona.

guarda che nello sport non è richiesto il monoteismo

è lecito tifare Celtics e seguire il calcio o altri sport di squadra/individuali.

detto questo, complimenti per il ritratto di Pablito.

non ho più avuto abbastanza tempo, ho dovuto fare delle scelte
seguo con assiduità solo il basket... ho seguito con passione il ciclismo, lo sci alpino e di fondo, l'atletica, il volley, il football americano, lo sport mi incuriosisce sempre ma l'ultima volta che ho visto una partita di calcio ho dormito dalla metà del primo tempo ed era una finale di Coppa del Mondo

Per i fratelli friulani,
ho dovuto mandare la Brigata Vesuvio dal Regno Delle Due Sicilie per domarvi.
Con affetto. A presto.