Inizia a demolire il vecchio
Start tearin' the old man downCorri oltre l'erica e scendi sulla vecchia strada
Run past the heather and down to the old roadInizia a trasformare il granello dentro la terra
Start turnin' the grain into the groundArrotola una nuova foglia
Roll a new leaf overNel mezzo della notte
In the middle of the nightC'è un vecchio che se ne va in giro sotto la pioggia battente
There's an old man shreddin' around in the gatherin' rainEhi signore, se camminerai sull'acqua
Hey mister, if you're gonna walk on wateroh, potresti segnare la mia strada?
oh, could you drop a line my way?
Omaha, da qualche parte nell'America centrale
Omaha, somewhere in middle America
OmahaCounting Crows
A Omaha, nel Nebraska, tra il 1960 e il 1963 non si parlava che di un ragazzo che giocava come un matto per l'università di Creighton ogni santa partita di basket e sembrava saper fare qualunque cosa per vincere.
Paul Theron Silas è nato il 12 luglio 1943 a Prescott, Arkansas, e all'età di 8 anni si è trasferito a Oakland, in California, con i suoi genitori, Leon e Clara, e due fratelli. Suo padre lavorava come facchino ferroviario. A Oakland, la famiglia inizialmente condivideva una casa con i cugini di Silas, tre dei quali formeranno il gruppo rhythm & blues dei Pointer Sisters (!) .
Silas ha pure cantato con i suoi cugini nel coro della scuola, ma la maggior parte del suo tempo libero la passava al DeFremery Park di West Oakland , guardando e idolatrando un ragazzone che avrebbe riscritto la storia della pallacanestro, tale (
) Bill Russell. Il futuro leggendario centro dei Celtics, dominava ogni partita. Silas giocherà alla McClymonds High School, dove Russell aveva giocato quasi un decennio prima, portando la scuola ad un record di 68-0 in tre stagioni, guadagnandosi una borsa di studio alla Creighton University. Suo fratello, William, che lo accompagnò a Omaha, in Nebraska, morì di arresto cardiaco proprio mentre Paul era a scuola, durante uno dei suoi primi allenamenti.
L'inizio, insomma, fu drammaticamente difficile. Ma in campo Paul Silas è una furia.
I suoi tre anni a Creighton furono leggendari con oltre 20 punti e oltre 20 rimbalzi a partita di media e la squadra allenata da coach Red (il primo rosso della sua carriera) McMullen condotta di forza per due volte al torneo finale della NCAA.
Paul Silas è stato un giocatore formidabile, un’ala difensiva tra le migliori di ogni epoca. Non solo a livello NBA ma già a livello di college, a Creighton. Ha stabilito record su record per il maggior numero di rimbalzi nelle sue tre stagioni risultando con una media di 20,6 rimbalzi il leader della nazione nella stagione 1962-1963.
"Gli dicevo che non potevi fargli scivolare un foglio di carta sotto i piedi, ma era comunque un rimbalzista insuperabile" -ha detto oggi il mitico Lenny Wilkens, suo compagno di squadra ai St. Louis Hawks quando Silas è entrato nella NBA nel 1964- "Una volta che era in posizione, non potevi spostarlo."
Non era neanche troppo alto, 6 piedi e 7 pollici, 2 metri circa, ma sapeva usare il suo corpo, tutto il suo corpo, per tagliare fuori, prendere posizione, anticipare chiunque potesse tentare di arpionare un pallone che ritornava da un canestro non fatto.
Forte come una quercia. Con un’abnegazione mostruosa in campo.
Silas ha giocato per cinque franchigie NBA : Saint Louis Hawks, Phoenix Suns, Boston Celtics, Denver Nuggets e Seattle Supersonics. Ai Seattle SuperSonics si è ritrovato con Lenny Wilkens, che allenava la squadra, per interpretare un ruolo prezioso in uscita dalla panchina per tre anni ma in particolare nel campionato 1978-79, quello della vittoria del titolo. Quei Sonics erano una squadra che annoverava tra le sue fila Dennis Johnson, il mitico DJ, come condottiero, e poi il funambolico Gus Williams, il solidissimo John Johnson, il grande Jack Sikma. Sconfissero in finale i Bullets di Alvin Hayes e Wes Unseld in 5 partite, la prima persa di due, poi un filotto di 4 W.
Silas diede un enorme contributo difensivo, come cambio dei lunghi, guadagnandosi da fondamentale comprimario il suo terzo titolo NBA.
Gli altri due erano stati, lo sappiamo bene, i titoli del 74 e del 76 con i Celtics di Tom Heinsohn in panchina, di Dave Cowens sotto le plance e di Red (ed ecco l’altro rosso, quello definitivo) Auerbach dietro la scrivania.
Il legame con Boston è rimasto poi fortissimo, nonostante un addio molto sofferto e discusso, tanto
che il primo a dare l’annuncio della sua scomparsa dovrebbe essere stato proprio il mitico Rob Ryan del Boston Globe con un tweet rilasciato alle 4 del pomeriggio di ieri, 11 dicembre.
“Sono molto triste nel riferire che il Grande Paul Silas è morto all'età di 79 anni. Vederlo giocare è stata una gioia. Essere suo amico è stato un onore.”
Red Auerbach aveva voluto fortissimamente Silas ai Celtics dopo che Silas aveva appena avuto la sua migliore stagione statistica complessiva ai Suns, chiusa con una media di 17,5 punti e 12 rimbalzi, che gli era anche valsa la chiamata al suo primo All Star Game . "Il motivo principale per cui Red voleva Silas era avere un uomo capace di contenere Dave DeBusschere dei Knicks ", ha scritto lo stesso Bob Ryan nel suo indispensabile libro "The Boston Celtics: The history, legends, and images of America's most celebrated team".
In quella compagine dei Celtics, con Havlicek che iniziava la lenta parabola discendente e un giovane formidabile guerriero in centro come Cowens, Silas ha immediatamente trovato una naturale chimica in campo, con il centro dai capelli rossi in particolare.
Cowens era un centro atipico, capace di tirare dal perimetro, di uscire fuori, oltre il post alto e che anche in difesa poteva lanciarsi in un anticipo fuori dall’area dei tre secondi. Silas gli copriva le spalle. Sempre. Attacco e difesa.
L'affiatamento fu immediato. Due giocatori di indole feroce ma tecnicamente complementari, perfettamente complementari.
"Io e Dave abbiamo iniziato assieme a consumare gli avversari", ha detto Silas a Grantland nel 2014, ricordando quell'accoppiata formidabile. "Voglio dire, proprio logorarli". Il termine che usa in inglese è “wear out”.
Nei playoff del 1974, vendicarono una sconfitta del 1973 contro i Knicks nelle finali della Eastern Conference, poi superarono i Milwaukee Bucks guidati da Kareem Abdul-Jabbar nelle finali di campionato, vincendo il titolo perentoriamente nella settima partita in trasferta.
Nel 1975 cedono nelle finali della Eastern Conference contro i Washington Bullets in 7 partite.
Con un nucleo che annoverava oltre Cowens e Silas, i formidabili John Havlicek e Jo Jo White, Don Nelson e Charlie Scott, i Celtics vinsero anche il titolo 1976, sconfiggendo i Phoenix Suns in sei partite.
Poi, Auerbach ha commesso quello che sempre il mitico Rob Ryan ha definito "il suo più grande errore", scambiando Silas con i Denver Nuggets dopo una disputa salariale.
Paul Silas in 4 anni con i Celtics ha saltato solo 3 partite di regular season, 325 partite in tutto, le medie sono impressionanti: 13.5 punti e 13 rimbalzi nel 1973, 11,5 punti e 11,5 rimbalzi nel 1974, 10.6 punti e 12.5 rimbalzi nel 1975, 11 punti e 13 rimbalzi nel 1976.
Mentre era con i Celtics, Silas è stato nominato nel NBA All-Defensive Second Team nel 1973, nel NBA All-Defensive First Team nel 1975 e nel 1976, e ha giocato nel 1975 l'All-Star Game.
L'idillio si è rotto quando c’era da rinegoziare il contratto in scadenza. Silas era rappresentato da Larry Fleisher, l'agente più potente dello sport professionistico americano e direttore esecutivo della NBA Players' Association. Assieme hanno insistito per un contratto in linea con le stelle dei Celtics, in particolare le stelle bianche della squadra. Questa cosa non piacque ad Auerbach.
Silas, che avrebbe compiuto 35 anni nella stagione successiva, firmerà per Denver.
Cowens fu così avverso alla decisione che non si unì alla squadra nei primi due mesi della stagione 1976-77.
"Avevamo appena vinto un campionato nel '76, perchè rovinare tutto con una mossa non buona?" ha dichiarato Cowens pochi anni fa. “Ero arrabbiato con tutti. Ero arrabbiato con Paul, ed ero arrabbiato con i Celtics per aver permesso che ciò accadesse.”
Cowens si ritirerà nel 1980 dopo la sconfitta dei Celtics nelle eastern conference finals contro i Sixers.
Poi dopo due anni tornerà a giocare un’altra stagione con i Bucks. Intanto i Celtics avevano arruolato Bird, McHale, Parish…
Silas, invece, come scrivevo un poco (
) più su, vincerà un altro titolo con i Sonics nel 1979 e si ritirerà l’anno successivo dopo aver perso le western conference finals contro i Los Angeles lakers del formidabile rookie Earvin Magic Johnson.
Silas ha poi avuto una lunga carriera come assistente e capo allenatore.
La migliore delle 12 stagioni da capo allenatore di Silas è stata nel 1999-2000 a Charlotte, dove Silas ha diretto gli Hornets a un record di 49-33 e ai play off. La stagione fu una stagione segnata dalla morte di Bobby Phills , uno dei migliori giocatori della squadra, in un incidente automobilistico che aveva anche coinvolto un altro membro della squadra, David Wesley.
L'anno prima a Charlotte era partito come assistente di Dave Cowens che era head coach (perchè certi legami non finiscono mai), dimissionario dopo un cattivo inizio, Paul Silas si vide affidare la squadra alla quindicesima partita di stagione.
Silas era stato pure il capo allenatore dei Cavs quando LeBron James è entrato in NBA nel 2003 e molti oggi lo hanno ricordato proprio per questo, perché c’è (ahinoi) un mondo che inizia e finisce tristemente con Lebron.
Non qui.
Mi piace finire dall’inizio di Paul Silas da Celtic.
Appena arrivato a Boston, nell’inverno del 1972, concede un’intervista di presentazione all'editorialista sportivo del Boston Globe Leigh Montville. Per definire il suo gioco, dice: “Gioco in modo feroce ma non gioco mai da matto. C'è una differenza.”
…e sì: c’è proprio tutta la differenza del mondo.
VIVA PAUL SILAS