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Approfondimenti  »  Terry Rozier: DNA Celtico


Terry Rozier: DNA Celtico   di Marcello Ciozzani   |   Pubblicato il 09/08/2015
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Con la notte del draft NBA si aprono, di fatto, le danze per la nuova stagione NBA, giusto una manciata di giorni dopo l’ultimo atto delle Finals il quale fa calare il sipario sulla stagione ormai conclusa. La notte del 25 Giugno scorso è cominciata la nuova stagione con il classico rituale del draft: tutte le franchigie radunate al Barclays Center di Brooklyn ed una piccola pattuglia di giovani virgulti pronti a fare il salto al piano di sopra, ossia nei pro.

Terry Rozier, classe 1994 da Youngston, Ohio, è tra questi, pronto a sentire il suo nome chiamato dal commissioner della NBA e pronto a condividere il parquet con le star più pagate della lega. Per chi ha seguito la diretta o abbia visto le immagini di repertorio, forse sarà facile ricordare come le strade dei Boston Celtics e di Terry Rozier si siano incrociate, ma vorrei soffermarmi proprio su quell’istante mentre il comissioner Adam Silver sta per pronunciare le fatidiche parole e la Celtic nation è radunata in un hotel di Boston alle spalle della postazione televisiva di CSNNE, network sportivo del New England. Il commissioner Silver raggiunge il leggio e recita la frase di rito: “With the sixteenth pick of 2015 Draft, the Boston Celtics select... Terry Rozier from University of Louisville”, seguono nell’ordine, silenzio, panico, domande sbigottite e fischi.

Tutti hanno pensato: chi diamine è Terry Rozier?

Da quell’istante sono iniziate le montagne russe di Terry Rozier, fatte di strette di mano, foto di rito, sorrisi, abbracci, incredulità, stordimento e, a quanto pare, sufficiente lucidità per sapere che qualche centinaio di miglia più a nord nessuno stava esultando per la sua scelta al draft. Se pensate che Terry Rozier, da Youngston, Ohio, si sia fatto deprimere dai fischi e dai buu, state prendendo un granchio, perché il ragazzo pur solamente 21enne ha già alle spalle una, se non due vite e ne sta per iniziare una terza.

Andiamo con ordine. Terry Rozier nasce il 17 Marzo 1994, secondo di tre fratelli. L’ambiente cittadino non è dei migliori: Youngston detiene il triste primato di città con più omicidi dell’Ohio e pure tra le mura domestiche le cose non vanno meglio. Il padre finisce dietro le sbarre quando Terry è ancora piccolissimo e a suo carico pendono accuse non proprio leggere: rapina, sequestro di persona e coinvolgimento in un omicidio scaturito dal sequestro. La madre di Terry, la signora Gina Tucker, è la classica madre amorevole che si farebbe in quattro per i suoi figli e pur di tenerli lontano dalla strada decide di avere un doppio lavoro. La fatica e gli sforzi sono tanti e purtroppo la giovane Gina non riesce ad essere sempre presente, oltretutto il piccolo Terry è letteralmente un terremoto.

A malincuore, all’età di sei anni, il piccolo Terry deve trasferirsi dalla nonna, per essere seguito maggiormente e per provare a smussare le spigolature di un carattere non facile, in parte legato ad una sorta di iperattivismo del ragazzo ed in parte legato all’assenza di una figura paterna che possa fungere da guida. Terry, dunque, si trasferisce nella più tranquilla Shaker Heights, ma in lui inizia a svilupparsi un mix di amore e odio verso le figure femminili della casa. I litigi saranno frequenti, così pure le incomprensioni e la rabbia.
Rabbia che troverà un suo sbocco, per fortuna ben lontano dalla strada e dalle armi, pane quotidiano di Rozier Sr. Negli anni della pre-adolescenza Terry si avvicina allo sport, in particolare al football ed al basket, attività che gli serviranno per tenere sotto controllo il suo iperattivismo.

Per creare il Terry Rozier promessa del basket collegiale, però, serve un altro ingrediente: un evento drammatico, se vogliamo. È il giorno del Ringraziamento e tutta la famiglia è radunata a Youngston da mamma Gina. L’occasione sarebbe quella della festa, ma la figura ingombrante del padre gioca un brutto scherzo: una gang di criminali rivali cerca vendetta, si reca alla casa dei Rozier ed inizia a minacciare la famiglia con pistole. In qualche modo la famiglia Rozier ne esce indenne da questa esperienza, ma traumatizzata, a cominciare dal giovane Terry che, mai come in quel momento, si sente vicino a mamma e nonna ed ha una sorta di visione ed una svolta emotiva.

Da quel momento niente più odio, niente più rancori, solo devozione e dedizione. A questo va aggiunto un nuovo slancio amoroso: quello per la sorella minore. Non bastasse la situazione famigliare abbastanza disastrata, la sorella minore nasce con una paralisi cerebrale infantile (per chi ha familiarità con Breaking Bad, la ragazzina si presenta, grossomodo, come Walter Jr., figlio del protagonista).

Con il liceo, sboccia un nuovo Terry Rozier: Terry l’atleta, l’uomo di casa, Terry che cerca una figura paterna da emulare e la trova nel coach Danny Young, presso la cui casa trascorrerà molte serate.

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In aggiunta quello che era iperattivismo si è trasformato in velocità fulminea; se punta il canestro, non ci sono storie e nel giro di poco il suo nome circola tra gli scout e circola fino ai piani altissimi del basket che conta, quando un giorno D-Wade su Twitter manda uno shoutout per segnalare il nome del giovane Terry.

Rozier in odore di maturità vuole uno ed un solo college: Louisville. Il destino vuole che anche gli scout di Louisville vogliano Terry e il coach Rick Pitino non disdegna, anzi.

Nasce un legame profondo tra i due, fatto di reciproca stima e fiducia. Terry matura nei due anni a Louisville e sebbene non sia un cecchino al tiro, il coach si fida ciecamente di lui. Sa cosa guida il giovane play, sa quali sono le motivazioni e sa che sta puntando il traguardo grosso. La scorsa primavera la stagione dei Cardinals è finita un po’ anticipatamente e mentre lo staff di Pitino si raduna con il coach qualcuno prova ad abbozzare l’idea che Terry possa tornare anche per la stagione successiva; Pitino è categorico: il ragazzo non torna.

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Pitino sa che Rozier è pronto caratterialmente per il grande salto ed è giusto che lo faccia. Oltretutto, non ignora la verità, ossia che mamma Gina sta ancora portando avanti due lavori separati e Terry ha l’opportunità di sfamare la sua famiglia.

Con la benedizione del decano del basket collegiale (un po’ meno di quello professionistico…), Terry si dichiara tra gli eleggibili al draft ed inizia la serie dei workout. La scheggia (giocatore dannatamente motivato) comincia a far sgranare gli occhi a qualche addetto ai lavori. Se fino ad un certo punto i ben informati ripetono come un mantra che il ragazzo sarà scelto al secondo giro, le settimane passano ed a tre giorni dal draft uno che quando parla, la gente ascolta, come Marc J. Spears di Yahoo Sports dice in un tweet: “Vedrete, Terry Rozier sarà scelto al primo giro. È opinione diffusa tra diversi GM”. La verità è che nei vari workout Terry ha letteralmente steso tutti i suoi sfidanti.

Due aneddoti dicono tutto: uno lo raccontano in compartecipazione Danny Ainge e Rick Pitino, l’altro lo racconta Brad Stevens.
 
Il primo: esiste un esercizio al tiro che consiste nel prendersi consecutivamente, da punti diversi del pavimento, 55 tiri senza mai fermarsi. Al primo workout con i Celtics, Rozier lo esegue e segna 43 su 55 tiri, ma non è soddisfatto e dice che lo vuole rifare. I suoi compagni non vogliono essere da meno: giusto un attimo per riprendere fiato e sotto con un altro round. Rozier non è ancora soddisfatto. Ancora. Alla fine del terzo round qualcuno inizia a crollare. Non basta. Rozier vuole un quarto round e lo chiude in solitaria con un punteggio che lo aggrada.

Il secondo: il workout numero due con i Celtics avviene dopo che Rozier ha effettuato 18 altri workout in giro per il paese. Non cambia nulla dalla prima volta; Terry corre ovunque, si tuffa sulla palla, non molla l’avversario in difesa e Stevens con Ainge annuiscono: abbiamo la nostra prima scelta.

Forse da Novembre Terry Rozier vedrà molto più il Maine che il Garden, forse ci vorrà un po’ di tempo, ma questi sono solo piccoli ostacoli nel progetto ben più grande e ambizioso. Lo stesso vale per i fischi ed i buuu, sono poca roba se in ventun anni hai abbandonato casa e l’amore materno, hai accudito una sorella inferma, hai visitato tuo padre quasi sempre in prigione, hai subito la minaccia delle pistole ed hai percorso la tua strada per la redenzione.

Forse il talento non sarà cristallino, ma quasi certamente laddove Terry Rozier non arriverà con il talento, ci arriverà con la tenacia, la determinazione e con la voglia di rompere la brutta maledizione che incombe sulla sua infanzia.

Se non è un Celtic questo, allora non so proprio chi possa esserlo. 

Terry Rozier: DNA Celtico   di Marcello Ciozzani   |   Pubblicato il 09/08/2015
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