"Alla fine dopo i tuoni è arrivata la tempesta...".
L'NBA si ferma, il tanto temuto lockout è arrivato inesorabile oggi con alla scadenza del contratto collettivo (CBA). A nulla sono valsi i (timidi) tentativi dell'ultima ora, le parti sono ancora molto distanti. Non si tratta più in questo momento, anche alla luce di alcune posizioni dei proprietari, tra le quali spiccano quelle dove rivogliono indietro parte dei milioni spesi e la mancata garanzia dei contratti per i giocatori tagliati. Queste più di altri sembrano davvero punti dove sarà molto difficile trovare un accordo, come se lo sfruttamento dell'immagine degli atleti o l'introduzione di un hard cap (tanto per fare altri due esempi), siano di più facile risoluzione.
Ed ora? Semplicemente ogni tesserato delle franchigie NBA non potrà avere nessun rapporto con la sua squadra, ivi compreso lo svolgere attività in palestra per allenarsi o (ovviamente) negoziazione le proprie clausole contrattuali.
Tempi per una risoluzione non ce ne sono, potrebbero essere necessari giorni, mesi o anche tutta la prossima stagione.
Teoricamente solo i free agents potrebbero andare all'estero per giocare in campionati "stranieri", ma siamo nella sfera delle ipotesi, perché chi rischierebbe un infortunio senza avere un contratto garantito? Credo molto pochi...
A noi tifosi resta un gran amaro in bocca, perché non c'è nulla di certo e la paura di non avere a disposizione il nostro gioco preferito per mesi e mesi rischia di diventare una certezza. DANNAZIONE!